Ora che l’andamento del Covid 19 sembra aver ridotto la sua crescita, in tutto il mondo si cerca di scoprire i diversi modi, non solo per limitare il contagio, ma soprattutto per prevedere le possibili infezioni da questo virus.

In America molti operatori sanitari di emergenza, stanno tenendo sotto costante controllo alcuni aspetti vitali, indossando degli anelli intelligenti di Oura, sperando di utilizzare questi dati per cercar di sviluppare un algoritmo, che possa aiutare a prevedere l’insorgenza del virus e contribuire così a contenerne la diffusione.

Questi piccoli ed efficienti dispositivi da mettere al dito, permettono di dare uno sguardo alle notifiche, ricevere avvisi e molto altro, vista la difficoltà nel debellare questo virus ed i tempi non certo brevi per trovare un vaccino, questi smart ring stanno registrando una veloce crescita.

Pur non essendo dei tracker completi, sfruttando dei sensori biometrici, sono in grado di rilevare e registrare la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, i cambiamenti psicologici indotti dall’ansia e dallo stress ed altri parametri vitali importanti per una diagnosi, che potrebbero essere condivisi con altri utenti.

Il funzionamento di questo congegno è molto valido, infatti potrebbe allertare, chi li indossa ogni giorno e gli operatori sanitari, della presenza di febbre, di una malattia imminente o dei primi sintomi del virus, in modo che le persone possano mettersi in auto quarantena in una maniera efficace.

Combinando i dati degli anelli con un modello di previsione dell’IA, i ricercatori possono prevedere alcuni sintomi, come febbre o tosse, addirittura 24 ore prima della loro comparsa, si spera di ridurre ancora i tempi, per fornire una diagnosi più rapida, che permetterà di limitare la diffusione del Covid 19 tra gli operatori sanitari, i pazienti, i familiari ed il pubblico.